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Archive for the ‘tecniche di rilassamento’ Category

A CHIESA APERTA: percorsi di Vita per i lontani e non…

A Chiesa aperta volantino PICCOLO

 

CHIESA DEL GESU’ NUOVO

Sala Valeriano (entrata dal cortile dell’ Ugo Foscolo).

P.zza del Gesù – Napoli

da mercoledì 2 dicembre  (ore 19.45 – 21.45)

PROGRAMMA

16 Dicembre:    Angosciati, ti cercavamo

13 Gennaio:    Non sono più degno di esser chiamato tuo figlio

27 Gennaio:    Se costui fosse un profeta 

3 Febbraio:    Rivestitevi dell’armatura di Dio

17 Febbraio:    Si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato

2  Marzo:    Ma diranno: Non ti è apparso il Signore!

16 Marzo:    Non è il figlio di Giuseppe?

6 Aprile:    E chi è il mio prossimo?

13 Aprile:    Non sono come … questo pubblicano

27 Aprile:    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti

4 Maggio:    Ma io ho pregato per te

18 Maggio:    Con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo?

25 Maggio:    Non ci ardeva forse il cuore nel petto ?

8 Giugno:     Sarò con voi !

Relatori: P. Vincenzo Sibilio s.j. P. Pino Piva s.j. , P. Carlo Chiappini s.j. , P. Sergio Sala s.j. Alessandro Piazzesi s.j. , dott.ssa Roberta de Bury

IL PERCORSO DI QUEST’ANNO

Il lavoro di quest’anno accompagnerà le persone a riflettere attraverso la preghiera sulla differenza tra senso di colpa e senso del limite. Il primo è all’origine della tristezza che dà il mondo e che produce morte, mentre il secondo produce quella “sana tristezza” che viene da Dio e che è all’origine del cambiamento e della Vita Nuova.

Ogni incontro è strutturato attraverso momenti di:

Meditazione

su passi scelti della Sacra Scrittura arricchiti dagli interventi dei      partecipanti;

Preghiera di gruppo guidata

secondo lo  schema di meditazione – contemplazione di S. Ignazio;

Esercizi di focusing (tecnica di auto ascolto)

per  imparare a discernere i movimenti del cuore;

Esercizi di scrittura creativa

per raccogliere le risonanze della preghiera;

Preghiera contemplativa

per imparare a ritrovare il silenzio del cuore, anche in mezzo al rumore della città e dei pensieri;

Compiti a casa

schemi e materiale per continuare il percorso nella Vita quotidiana.

Breve storia del progetto “A Chiesa aperta”

Il progetto “A Chiesa Aperta” nasce nel 2008, da un’iniziativa della dott.ssa Roberta de Bury, psicologa psicoterapeuta, specializzata nell’accompagnamento spirituale e dei padri gesuiti Pino Piva sj, Paolo Gamberini sj, e Roberto Del Riccio sj.

L’obiettivo era quello di cercare di rispondere al bisogno sempre più grande delle persone di trovare luoghi nuovi di confronto e di conforto nella fede, dove poter crescere nella relazione con se stessi, con gli altri e con l’Altro.

Fino a qualche anno fa, gli incontri si svolgevano in una piccola Cappella privata situata in via Tasso, dove era offerto ai “passanti” un percorso di cura interiore e di preghiera che coniugasse insieme la realtà psichica e relazionale con la spiritualità.

Nel 2011 il gruppo fu ospitato dai Gesuiti nella “Sala verde” della casa della loro Comunità in via Petrarca 115 e successivamente (2013-14) in una delle aule della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sessione S. Luigi.

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

Il percorso offerto in questi anni si sviluppa attraverso:

  • lectiones su passi della S. Scrittura scelti in base al tema dell’anno, guidate da religiosi e laici e arricchite dagli interventi dei partecipanti;
  • momenti di meditazione o contemplazione guidati che seguono lo schema degli esercizi ignaziani e strutturate al fine di favorire la ricerca del vero volto di Dio e di purificarlo dalle tante false immagini che impediscono di crescere e di godere appieno dei doni del Regno;
  • introduzione e accompagnamento nella preghiera contemplativa, con momenti di condivisione, per imparare a ritrovare e riconoscere se stessi e Dio ne silenzio del cuore, anche in mezzo al rumore della città e dei pensieri;
  • incontri di riflessione teologica, il cui obiettivo è quello di far emergere, in modo libero e spontaneo, quelledomande sulla fede e sulla religione, che molti di noi si pongono senza riuscire ad esprimere apertamente, un po’ per timore di apparire “eretici” e un po’ perché,  alcuni insegnamenti ricevuti dalla chiesa e tanto radicati in noi, hanno acquisito ormai le caratteristiche di “assunti inconsci”.

A CHI E’ RIVOLTO:

Tali attività sono state pensate, non solo per quelle persone in ricerca, provenienti da diversi ambienti parrocchiali, ma anche per coloro che, per la loro condizione o per un inadeguato accompagnamento umano e spirituale, si sono allontanati dai consueti contesti ecclesiali, pur continuando la loro ricerca della verità.

L’obiettivo è, quindi, quello di provare a realizzare un luogo d’incontro tra quelli di dentro e questi lontani (separati, divorziati-risposati, omosessuali, etc.), troppo spesso costretti a restare ai margini della pratica ecclesiale, ma che, per il loro desiderio interiore e nei fatti, non sono lontani dal Regno di Dio (cfr. Mc 12, 28-34)

I TEMI E GLI SCOPI:

In questi anni le riflessioni in preghiera sono state scelte per accompagnare a scoprire il volto vero Dio, aiutando i partecipanti a crescere nella consapevolezza della possibilità di una relazione con Lui basata sulla libertà e sull’amore.

Questi percorsi hanno avuto da sempre lo scopo di coniugare nella persona la crescita psicologica con quella spirituale, accompagnandola a mantenere insieme i vari aspetti della vita alla luce dello Spirito.

Per questo motivo i temi trattati ogni anno sono stati scelti partendo da queste premesse.

Nel 2013-14, quindi, l’argomento trattato fu:

Le Malattie Del Benessere: ansia, depressione, attacchi di panico… lette alla Luce del Vangelo e il percorso si svolse ispirandosi alle le tappe del Mese Ignaziano

Si volle così cercare di affrontare in modo nuovo la così detta “sofferenza del benessere”,  cioè la fatica esistenziale che deriva dalla condizione di schiavitù/sicurezza dell’uomo nei confronti dei suoi “molti beni”.

Il motivo di questa scelta fu la considerazione dell’importanza di creare uno spazio nuovo per la riflessione in preghiera su ciò che nella persona si oppone all’avanzamento verso il Vero Benessere, intuito, compreso e desiderato, facendolo restare schiavo del falso benessere.

Partendo dall’osservazione che luoghi dove ascoltare esclusivamente delle buone Catechesi su questi temi, già esistono e difficilmente attirano chi si sente lontano dalla Chiesa, e percorsi per riflettere in chiave psicologica sulla questione, sono offerti più che abbondantemente fuori della Chiesa, nacque l’idea di integrare, nell’esperienza avviata, altri strumenti di ricerca personale per far crescere in essa il nuovo spazio di riflessione e offrire così alla persona la possibilità di leggere in modo più completo certe forme di sofferenza psichica.

Per questo motivo il metodo degli esercizi spirituali ignaziani venne affiancato ad alcune nuove tecniche di aiuto utilizzate nel campo della ricerca psicologica e adattate allo scopo, e cioè esercizi di focusing prayer, per imparare a discernere i movimenti del cuore e di scrittura creativa,  per raccogliere le risonanze della preghiera in un modo nuovo e efficace.

Nel 2014-15 il tema fu presentato attraverso il versetto 3,16 di Efesini: Rafforzati nell’Uomo interiore mediante il Suo Spirito e vennero introdotti nel percorso i così detti “compiti a casa”, per accompagnare l’esperienza degli esercizi nel quotidiano di chi vi prendeva parte.

Nei suoi 7 anni di attività, il percorso offerto ha avuto largo seguito, anche a causa della possibilità data a ciascuno di prendervi parte nella forma e nel modi che riteneva più opportuni per sé.

Inoltre, sono tantissimi i padri gesuiti che, ogni anno. hanno dato il loro contributo prendendo parte alle lectiones o accompagnando il gruppo nei momenti guidati dalla preghiera.

I risultati dell’esperienza sono stati, inoltre, raccolti in una serie di testimonianze scritte dai partecipanti, che sono state sottoposte all’attenzione di S.E. il Cardinale Crescenzio Sepe, che  ha ampiamente approvato il lavoro svolto ed ha invitato i responsabili del progetto, non solo a continuare, ma anche a cercare di realizzare altri luoghi con le stesse caratteristiche d’accoglienza.

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DAL CONFLITTO LA RELAZIONE, DALLA RELAZIONE LA SCELTA – 30 gennaio 2016 Laboratorio introduttivo al percorso

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Le iscrizioni si chiuderanno il giorno
21 gennaio 2016

Calendario e programma degli incontri

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LE TECNICHE

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Ciascun incontro si avvarrà di momenti di didattica, momenti di laboratorio in gruppo e scambi di focusing in coppia alla pari.

Al termine sarà rilasciato un attestato per gli usi consentiti.

Per partecipare agli incontri è necessario un colloquio conoscitivo da concordare con le responsabili.

Il colloquio può aver luogo anche via Skype o telefono.

Il corso è a numero chiuso e si rivolge e tutti coloro che desiderano acquisire nuovi strumenti per la cura del benessere della persona da utilizzare per sé o da applicare al proprio lavoro (psicologi, operatori socio sanitari, animatori di comunità, religiosi, sacerdoti, insegnanti, ecc).

Il percorso e’ condotto da

Dott.ssa Roberta de Bury: Psicologa neo-rogersiana e trainer certificata di Focusing dal T.F.I. di New York.

Dott.ssa Chiara Catapano: Psicoterapeuta Neo-rogersiana

Gli incontri si svolgeranno presso il

Centro “A Ruota Libera”
via
Caldieri 140- Napoli

Info:

3395209468

3397322221

obiettivopersona@gmail.com

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A Chiesa Aperta: percorsi di Vita per i lontani e non… Un nuovo spazio di preghiera e di riflessione sulla propria vita attraverso la Parola di Dio

La forza

Rafforzati nell’Uomo interiore

mediante il Suo Spirito

 

Percorso  di Esercizi Spirituali nella Vita quotidiana

 

Il Progetto  A Chiesa aperta

Nasce con l’intento di provare a dare risposta al bisogno sempre più grande delle persone di trovare luoghi di confronto e di conforto nella fede, dove poter crescere nella relazione con se stessi, con gli altri e con l’Altro, offrendo un percorso di cura interiore e di preghiera che coniughi insieme la realtà psichica e la realtà spirituale.

Questo spazio è diventato ormai un luogo d’incontro tra quelli di dentro e questi lontani (separati, divorziati-risposati, omosessuali, etc.) troppo spesso costretti a restare ai margini della pratica ecclesiale, ma che, per il loro desiderio interiore e nei fatti, non sono lontani dal Regno di Dio (Mc 12, 28-34).

La Novità di quest’anno: “Trasferte fuori sede” per incontrare e pregare insieme con altre realtà  di chiesa.

La Struttura

Il  percorso avrà cadenza quindicinale e seguirà le tappe del mese ignaziano.

Comprenderà incontri strutturati in momenti di:

  • Meditazione su passi scelti della S.Scrittura  e altri Testi di spiritualità e non, arricchiti dagli interventi dei partecipanti;
  • Preghiera di gruppo guidata, che seguirà lo schema dell’Esercizio di meditazione/contemplazione di S. Ignazio;
  • Esercizi di focusing, per  imparare a discernere i movimenti del cuore e di scrittura creativa  per raccogliere le risonanze della preghiera;
  • Preghiera contemplativa, per imparare a ritrovare il silenzio del cuore, anche in mezzo al rumore della città e dei pensieri;
  • “Compiti a casa”: schemi e materiale per continuare il percorso nella Vita quotidiana.

Interverranno:

Roberta de Bury

Eduardo Savarese

Roberto Del Riccio s.j.

Pino Piva s.j.

Carlo Chiappini s.j. … e altri  amici

 

Calendario incontri

Febbraio: 18(p. Carlo Chiappini sj) e 25(p. Roberto Del Riccio sj);

Marzo: 11 (Eduardo Savarese)  e 25 (p. Carlo Chiappini sj);

Aprile: 1 (Roberta de Bury), 15 (Eduardo Savarese) e 29 (p. Roberto Del Riccio sj);

Maggio: 13 (p. Carlo Chiappini sj) e 27(?) ;

Giugno: 10 (chiusura)

 

Gli incontri si svolgeranno:

Il mercoledì  CON CADENZA QUINDICINALE nei locali della  

Facoltà  Teologica di“S. Luigi”

via Petrarca 115 – Napoli

INFO:   

Roberta de Bury   3395209468

robertadebury@gmail.com

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Impariamo ad essere la relazione che vorremmo

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5 laboratori teorico  esperienziali in due tappe, condotti  attraverso:

LA LUDOTERAPIA

GIOCHI PSICOLOGICI – ROLE PLAYING – PSICODRAMMA – MUSICOTERPIA – TECNICHE DI MEDITAZIONE E DI RILASSAMENTO- BIODANZA

IL FOCUSING: L’ASCOLTO CHE APRE ALLA VITA

CORSO BASE

LA COMUNICAZIONE EFFICACE

TECNICHE DI ASCOLTO PARTECIPATIVO  E  D’EMPATIA – STRATEGIE PER LA RISOLUZIONE DEI CONFLITTI

 1° tappa

Le voci di dentro: dal pensiero negativo 

al pensiero positivo

1° Incontro:

24 gennaio  (10.00- 13.00 / 14.00-17.00)

 Il caos interiore

  • pensiero persecutorio;
  • Il conflitto dei pensieri,
  • la guerra dei pensieri,
  • il pensiero negativo,
  • il nemico che è in me

2° Incontro:

14  Febbraio (10.00- 13.00 / 14.00-17.00)

Il processo: l’Io giudice e l’Io imputato

  • il peso del mio giudizio,
  • Il processo: l’io imputato,
  • cosa pensi di te,
  • e se ti chiedessi chi sei,
  • dal pensiero negativo al pensiero positivo

3° Incontro:

14 Marzo (10.00- 13.00 / 14.00-17.00)

La riconciliazione con sé.

  • il dialogo interiore: impariamo a parlarci,
  • la voce che mi difende,
  • La pace dentro di me

2° tappa

La relazione efficace: strategie per evitare il conflitto con l’altro.

4° Incontro:

18 Aprile (10.00- 13.00 / 14.00-17.00)

La comunicazione efficace

  • dall’accoglienza di me all’accoglienza dell’altro,
  • imparare ad essere la relazione che vorresti.

5° Incontro:

16 Maggio (10.00- 13.00 / 14.00-17.00)

Le strategie di pace

  • le strategie per evitare il conflitto con l’altro,
  • le relazioni senza conflitti,
  • la relazione efficace.

STRUTTURA DEGLI INCONTRI:

Ciascun incontro si avvarrà di momenti di didattica, momenti di laboratorio in gruppo e scambi di focusing in coppia alla pari.

Al termine sarà rilasciato un attestato per gli usi consentiti.

Il corso è a numero chiuso e si rivolge e tutti coloro che desiderano acquisire nuovi strumenti per la cura del benessere della persona da utilizzare per sé o da applicare la proprio lavoro (psicologi, operatori socio sanitari, animatori di comunità, religiosi, sacerdoti, insegnanti, ecc).

INFORMAZIONI PER L’ISCRIZIONE E LA PARTECIPAZIONE

Per partecipare al corso “Impariamo ad essere la relazione che vorremmo”, è necessario inviare una mail d’iscrizione, con i vostri dati (cognome, nome, numero di cellulare e indirizzo) entro il 15 gennaio. 

Successivamente, vi verrà inviata una mail di conferma nella quale vi daremo altre indicazioni.

Non è possibile partecipare solo a un singolo incontro, perchè l’obiettivo del percorso è insegnare la comunicazione efficace e, quindi, un solo appuntamento sarebbe insufficiente. 

Il percorso e’ condotto da:

Dott.ssa Roberta de Bury

Psicologa neo-rogersiana e trainer certificata di Focusing dal T.F,I di New York.

Dott.ssa Chiara Catapano

Psicoterapeuta Neo-rogersiana

Sede degli incontri:

c/o Centro “A ruota Libera”

Via Caldieri, 140 – Napoli

Info:

3395209468 – 339732221

obiettivopersona@gmail.com

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LA CORPOREITA’ DELLO SPIRITO: UN PERCORSO PER CREDENTI E NON CREDENTI di Roberta de Bury

Fromm sostiene che:

“Il compito principale della vita di un uomo è di dare alla luce se stesso”.

Se questo è il compito, possiamo dire che ciò che muove in modo sano verso il benessere l’agire dell’uomo, è una spinta verso la continua rinascita. E’ da qui che hanno origine le grandi domande sulla vita – che da sempre hanno mosso l’uomo – ed è da qui che scaturisce anche quell’inquietudine esistenziale, alla quale ciascuno cerca di dar risposta secondo i propri mezzi e la propria condizione.

Questa sensazione è percepita, infatti, come disagio, ansia esistenziale, un senso di sana mancanza che porta necessariamente a cercare, a muoversi e, quindi, a crescere: questa è, quindi, un’ansia sana, un’ansia vitale.

Viviamo, però, in un epoca in cui il benessere è confuso con il piacere e tutto ciò che crea disagio, inquietudine, sofferenza deve essere al più presto rimosso perché sbagliato, non sano, pericoloso

A causa di questo modo di leggere l’ansia vitale, questa finisce con l’ammalarsi e molti rinunciano alla ricerca, chiudendosi nelle proprie idee di sicurezza che diventano poi le loro prigioni.

Oltre ciò, per come oggi è ancora strutturato il sistema sociale, la maggior parte degli esseri umani non ha i mezzi o la possibilità di mettersi alla ricerca di sé.

Per questi motivi, dunque, riteniamo che il compito principale di coloro che si possono permettere il lusso di tentare di dare alla luce se stessi, sia anche quello di farlo per il bene degli altri, oppure quello di cercare di aiutare, chi non lo può fare, ad assolvere questo compito.

Così, ogni persona con un minimo di senso di responsabilità verso l’umanità si dovrebbe spingere su questa strada perché, assolvendo questo compito, renderà un servizio non solo a se stesso, ma anche a tutte quelle persone che, per incapacità o impossibilità, restano chiuse nelle proprie prigioni.

L’attivarsi nella ricerca personale diventa, così, anche un dovere sociale.

Il problema, però, è che oggi molti percorsi di ricerca – psicologici o “spirituali” che siano – troppo spesso, invece di avvicinare la persona alla Vita vera, la allontanano, creando false aspettative che diventano ideali castranti e producendo fenomeni di scissione nella persona e di separazione  tra gli individui.

Così avviene che, per ritrovare il proprio benessere, alcuni ricorrono continuamente a nuove esperienze emotive, esaltanti e oppiacee, che producono un benessere temporaneo, ma che portano la persona a desiderare di fuggire dal quotidiano e molto spesso a disprezzare il prossimo.

Oppure avviene che la persona si chiuda in un angoscioso e deprimente ripiegamento su se stessa e sul proprio malessere esistenziale, nel tentativo estenuante di risolverlo attraverso una continua ricerca di perfezione ontologica o di purificazione morale, portata avanti attraverso l’uso di pratiche interminabili o di rituali, che sul momento sembrano liberare da ciò che fa star male, ma che imprigionano la persona in ripetizioni ossessive.

L’idea sbagliata di “benessere” spinge, dunque, le persone a cercare ossessivamente di fissare dentro di sè la condizione dello “star bene”, congelandola, trattenendola, riproducendola continuamente attraverso mille pratiche e strategie.

II vero “ben- essere”, invece, è dinamico, è uno stato in continuo sviluppo che, solo se lasciato scorrere, porterà la persona, passo dopo passo, dal mortificante “stare bene” al vivificante “essere bene”, che non è dato una volta e per sempre, ma va costruito, integrato al nuovo, ricercato ogni istante della propria esistenza.

Molto spesso, inoltre, le strategie di ricerca individuale, invece di creare unione, producono anche una chiusura in gruppi che si auto-definiscono attraverso categorie stereotipate, producendo pregiudizi e divisioni che allontanano le persone, fino a metterle le une contro le altre.

Un vero percorso di crescita psicologica e spirituale dovrebbe, invece, portare la persona a:

  • innamorarsi di se stesso, degli altri e della vita reale, cogliendone il mistero e la bellezza nascosta;
  • aprirsi al quotidiano e non a fuggirlo;
  • trovare il senso di ciò che si vive in ogni luogo e stato che si presenta all’orizzonte, appassionandosi a quella danza vitale dove benessere e malessere s’inseguono e si rincorrono nella costruzione continua della realtà esistenziale dell’uomo.

Rogers, su questo punto, si esprime assai efficacemente:

Mi rendo conto che se fossi stabile, costante o statico, vivrei come un cadavere. Accetto così la confusione, l‘incertezza, la paura e gli alti e bassi della vita emotiva, poiché essi sono il prezzo che io pago volontariamente per una vita fluttuante, intensa e stimolante.

Un vero percorso di crescita, quindi, dovrebbe sempre tener conto della realtà concreta della persona e partire da questa e non proporre, a chi l’intraprende, modelli ideali irraggiungibili, costringendo la persona a sforzarsi in un’ascesi impossibile, paralizzante e frustrante.

Per raggiungere questi obiettivi, quindi, si deve partire da ciò che di più semplice, concreto e tangibile è alla nostra portata, ciò che più è immerso e partecipa alla realtà: il nostro corpo.

L’IMPORTANZA DEL CORPO NELL’ESPERIENZA SPIRITUALE

Il corpo è la via d’accesso al divino che è in ciascuno di noi e non ha importanza se questa presenza, tanto centrale e profonda dalla quale scaturisce l’essere, la chiamiamo Dio, Vita o Tendenza attualizzante, secondo la definizione rogersiana.

Il Focusing, quale strumento di ricerca che pone al centro l’ascolto delle sensazioni presenti in ogni momento nel nostro “organismo”, diventa così un mezzo che unisce in un’esperienza spirituale le persone credenti, che ricercano se stesse nell’incontro con Dio e le persone non credenti, che sono in ricerca del proprio benessere, quello che scaturisce dall’incontro con il sé autentico.

FOCUSING E CONTEMPL-AZIONE: il percorso.

Nel percorso “Focusing e contempl-azione”, oltre ad accompagnare la persona in un primo livello di conoscenza della tecnica del Focusing, saranno insegnati ed utilizzati altri metodi che ne potenziano l’efficacia, l’applicazione al proprio modo di essere e al proprio stile di vita.

Gli strumenti in questione sono:

  • la contemplazione di quiete o preghiera contemplativa;
  • gli esercizi spirituali.

Cos’è la contemplazione di quiete:

  • scendere nel silenzio dove il nuovo è generato continuamente;
  • stare, lì in assenza di tutto, nella pausa divina, aspettando le giuste domande, le vere parole e i più profondi significati;
  • l’attimo della creazione;
  • il giorno del riposo, dopo i sei giorni della creazione.

Non c’è sempre, perché è solo un passaggio del ciclo vitale, ma l’esercizio della contemplazione di quiete consente di apprendere come portarlo nel nostro quotidiano.

L’integrazione del Focusing con la contemplazione di quiete consente di:

  • esercitarsi nella sintonizzazione;
  • esercitare e lasciare espandere l’esperienza di Silenzio e di attesa;
  • imparare l’ascolto silenzioso;
  • imparare a tenere insieme atteggiamento passivo e attività della mente;
  • apprendere la disidentificazione;
  • creare uno spazio per osservare il pensiero.

Cosa sono gli Esercizi Spirituali Ignaziani.

L’uso di questo strumento ha l’obiettivo di aiutare la persona a far luce sulla propria scelta di vita, mettendo ordine nel caos dei desideri e dei bisogni che solitamente abitano il mondo interiore, attraverso l’ascolto delle sensazioni suscitate dalla meditazione e contemplazione della Parola di Dio.

L’esercitante è guidato, attraverso l’esperienza degli esercizi, in un percorso di discernimento tra le proprie mozioni vitali e quelle che invece lo depistano dalla realizzazione della propria identità

E’ ormai chiaro che la ricerca della propria “vocazione”, o chiamata alla vita, non prescinde dalla ricerca di ciò che si è veramente.

Questa realtà, però, non è data una volta per tutte, e si trasforma in relazione alle esperienze vissute.

L’esercizio spirituale, che mette la persona di fronte ad una Parola che scaturisce da una fonte lontana nel tempo e nello spazio, aiuta a recuperare passo dopo passo, la rotta verso il vero Sé, qualora questa si fosse persa.

La tecnica, proposta nell’esercizio, aiuta la persona ad apprendere uno strumento molto efficace per mettersi in ascolto, attraverso la Parola del testo sacro, delle parole che la Vita pronuncia in ogni momento nel profondo del proprio essere.

Per le esperienze proposte nel percorso, saranno utilizzati, però, testi sacri e non.

Questo perché i contenuti degli scritti sacri hanno un fortissimo potere evocativo su tutto ciò che fa parte di una storia inscritta in noi, già da prima della nostra nascita.

L’idea di Dio, che crediamo o non nella sua esistenza, risulta essere comunque un potentissimo archetipo che evoca nella persona le realtà più significative della  propria esistenza, quindi, vale sempre la pena tenerla presente, quando si fa un lavoro su se stessi.

Considerando, però, l’arte come un atto sacro di creazione, possiamo sostenere che anche le narrazioni letterarie, trattando vari aspetti della vita, stimolano l’animo umano nel recupero di significati chiarificatori della propria esistenza.

L’esperienza di lettura, d’immaginazione, di drammatizzazione e di rappresentazione dei contenuti dei testi utilizzati, insieme con la contemplazione ed il focusing accompagnerà la persona in un approfondito lavoro di recupero della relazione tra il sé e le parti intrapsichiche, favorendone l’integrazione e il processo di accoglienza reciproca.

Soprattutto per ciò che concerne il lavoro con il “critico interiore”, si metteranno in risalto gli aspetti psicologici e spirituali di questa realtà che abita la persona, chiarendo i motivi che contribuiscono a rinforzarne l’effetto condizionante.

Inoltre, l’uso degli esercizi di stimolazione empatica, di ascolto partecipativo e le strategie della comunicazione efficace aiuteranno la persona a mettere a fuoco e a potenziare le proprie capacità d’accoglienza e d’incontro con l’altro .

Gli altri strumenti utilizzati nel percorso:

  • tecniche di arte-terapia e ludoterapia(disegno, musicoterapia, danza)
  • psicodramma;
  • scrittura creativa e narrazione terapeutica;
  • tecniche per lo sviluppo dell’ascolto partecipativo e dell’empatia;
  • strategie per la risoluzione dei conflitti
  • esercitazioni d’accompagnamento alla pari;
  • esercitazioni per imparare a “fare pausa” nella vita quotidiana.

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Esercizi spirituali ignaziani: guarire la psiche alla luce dello Spirito

GLI ESERCIZI IGNAZIANI: UNO STRUMENTO STRAORDINARIO PER GUARIRE LA PSICHE ALLA LUCE DELLO SPIRITO.

di Roberta de Bury

Mi chiamo Roberta de Bury e sono stata lontana, veramente molto lontana da Dio per tantissimi anni.  Poi, un giorno, il Signore ha travolto la mia esistenza e da allora tutto è cambiato. Con questa nuova luce ho dovuto rileggere tutta la mia vita e questo mi ha posta anche di fronte ai miei fratelli con occhi nuovi.
A causa del mio lavoro d’accompagnatrice spiritale laureata in psicologia, mi confronto da tempo, quotidianamente, con la disperazione della gente e ho il privilegio d’esplorare da vicino il mistero complesso e meraviglioso dell’animo umano. Da quando il mio sguardo è cambiato, questo profondo contrasto tra la bellezza nascosta e la sofferenza espressa delle persone che incontro, mi ha fatto entrare profondamente in crisi.
Sento, infatti, che con il mio lavoro posso solamente aiutare le persone a adattarsi ad uno stato di cose che, essendo completamente disumano – pur essendo il risultato dell’umano lavoro – non è altro che la ragione della loro sofferenza. Sono consapevole dell’importanza di dare risposte ai “tu” sofferenti che incontriamo sulla nostra strada, ma i sistemi che utilizziamo oggi per rimuovere il dolore non fanno altro che coprirne le cause. Anche un lavoro di crescita nella conoscenza di sé e, quindi, d’aumento della consapevolezza dei propri meccanismi psichici – che dovrebbe produrre un’integrazione di ciò che crea squilibrio e crisi nella psiche umana – è un lavoro parziale quando, addirittura, non diviene inutile e pericoloso. Infatti, pur riuscendo con successo ad aiutare le persone a riprendere la loro strada e pur sentendomi soddisfatta quando le aiuto a liberarsi dai loro demoni fatti di fobie, ansia e depressione, la domanda, che mi pongo sempre più spesso è: se questi sono i sintomi di un cancro sociale, il mio sforzo non dovrebbe essere quello di contribuire a rimuoverlo, piuttosto che aiutare la gente a adattarvisi? Condivido l’importanza delle terapie che combattono il dolore  e so quanto queste siano, comunque, utili per combattere la malattia, ma so anche che queste non possono sostituire le cure realmente efficaci, che molto spesso sono molto dolorose.
E’ qui che nasce la mia crisi di donna di fede perché, lavorando su me stessa, mi sono resa conto che, affiancando alla psicoterapia il percorso degli esercizi ignaziani, si produce nella persona una strana pace fatta d’inquietudine profonda e di bisogno di cambiare la realtà che la circonda, iniziando dalla propria vita. Sono, quindi, arrivata alla conclusione che una reale crescita produce nell’uomo un desiderio di cambiare la propria vita radicalmente perché, oltre a fare aumentare in lui il sentimento di dolore – causato dalla percezione emotiva che la strada che il mondo sta seguendo è la vera causa della sofferenza individuale -, gli procura anche una tensione ad agire per cambiare tale realtà, iniziando dal proprio modo di vivere, facendogli “sentire” fortemente la necessità di radicarsi in Dio.
Inoltre, studiando e praticando da diversi anni gli esercizi di S. Ignazio, ho potuto constatare che, non solo il cammino di crescita della persona attraverso questo percorso la conduce a desiderare tale cambiamento, ma questo strumento permette agli individui di vivere ed attraversare le tappe tipiche dell’itinerario psicoterapeutico in tempi più brevi  e con minore fatica, a causa del sostegno e dell’azione della Grazia.
Per questo motivo, ho sentito l’esigenza di completare la mia formazione attraverso percorsi alternativi ai soliti corsi d’approfondimento che si limitavano all’aspetto psicologico.
Ho seguito, quindi, corsi concernenti l’area biblica, presso la Sezione S. Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale; ho partecipato a diversi itinerari di formazione alla preghiera contemplativa ed ho seguito un corso triennale per diventare guida spirituale, organizzato dai gesuiti e più precisamente da p. Michele Lavra, Superiore della Residenza del Gesù di Roma; ho, inoltre, collaborato con p. Paolo Gamberini alla realizzazione di un percorso di preghiera contemplativa e ho partecipato, in veste di sua assistente per i colloqui, a ritiri spirituali d’esercizi ignaziani. Praticando, poi, da diversi anni nella quotidianità, la preghiera degli esercizi di S. Ignazio, studiandone approfonditamente l’itinerario mettendolo in relazione a percorsi psicologici ed esaminandone i vari adattamenti realizzati per avvicinarsi il più possibile alla gente, oggi sento chiaramente che questa è la strada giusta per proseguire nella mia attività.
Il  mio lavoro mi ha portata, poi, a scoprire una realtà veramente angosciante. Infatti, i più disperati, quelli che  hanno perso completamente il senso della vita, sono quelli che non riconoscono più Dio o che lo hanno relegato in fondo ad un elenco di priorità psedo-vitali e di falsi bisogni. Questi sono  quelli di “fuori”, i “cattivi”, il gruppo di gente al quale noi cristiani ci gloriamo di non appartenere. Queste persone, che si sentono terribilmente giudicate da noi “buoni”, non vanno a raccontare il loro dolore ai sacerdoti, perché non credono più in Dio e, quindi, nella chiesa. E’ questa la realtà che mi ha colpita e ferisce quotidianamente il mio cuore e per questo motivo, ho sentito l’urgenza di provare ad affrontare la questione. Infatti, è proprio questa la categoria di persone che si rivolge a me chiedendomi pace. Io sto cercando d’aiutare questi miei fratelli sedendomi al loro fianco, ascoltando il loro grido di dolore, penetrando nell’inferno dei loro cuori, facendo loro sentire che una donna laica, fortemente radicata in Dio ma non inserita in nessun istituto riesce ad amarli per quello che sono. Ho visto che questo fa nascere in molti tante domande, fino a produrre in loro il desiderio d’iniziare a ri – conoscere Dio. Solo a questo punto posso iniziare a proporre un cammino che è a metà tra un percorso psicologico ed un percorso spirituale, avvalendomi anche di vari adattamenti degli esercizi ignaziani. Facendo la mia esperienza in tal senso ho, infatti, capito che, solo dopo un cammino di recupero di sé e del vero volto di Dio, le persone possono godere totalmente dei benefici delle settimane o dei mesi ignaziani.
Difatti, frequentando i ritiri spirituali ho dovuto tristemente appurare che lo straordinario strumento degli esercizi è veramente poco conosciuto e, molto spesso, anche chi lo pratica non ne ha compreso appieno le straordinarie potenzialità. Inoltre, ho potuto constatare con stupore e tristezza che le persone che intervengono ai ritiri spirituali spesso non sanno quasi pregare, non sono capaci di stare in silenzio, hanno numerosi problemi psichici e idee confuse sulla fede e su Dio. Per questo motivo ho iniziato ad elaborare  forme d’adattamento degli esercizi, che aiutino le persone a pregare, che insegnino loro a fare silenzio per imparare l’ascolto. Sono questi percorsi da vivere nel quotidiano, basati soprattutto sul Principio e Fondamento, studiati per aiutare le persone a mettere meglio a fuoco il volto di Dio e la loro relazione con Lui ed in questo lavoro d’elaborazione ho sempre avuto il sostegno e l’appoggio dei Padri Gesuiti, ai quali ho sempre sottoposto le mie idee per un confronto.
Da tutte queste esperienze è nata in me l’esigenza di trasformare piano, piano la mia attività per dedicarmi sempre di più allo studio ed alla divulgazione degli esercizi ignaziani.
Gli esercizi di S. Ignazio sono stati per me uno strumento fondamentale nel farmi decidere a cambiare radicalmente la mia vita; sono stati il mezzo cha ha usato il Signore per rendermi a me stessa e per ridonarmi la gioia, spingendomi a trasformare, giorno dopo giorno il mio cammino per pormi alla Sua sequela. Hanno liberato il mio cuore dall’angoscia e dalla disperazione e mi hanno fatto trovare altre ragioni di vita, una delle quali è offrire agli altri la stessa opportunità che è stata offerta a me. Negli esercizi il Signore ha parlato con forza al mio cuore e mi ha guarita. Se questo è stato possibile per me – che venivo veramente da molto lontano! – allora è possibile per tutti.

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(dalla pagina web http://www.focusing.org/)

Introduzione

La maggior parte delle persone trova più facile imparare il focusing attraverso un training esperienziale piuttosto che leggendo. Il vero e proprio processo del focusing, sperimentato dall’interno, è fluido ed aperto, e lascia molto spazio alle differenze individuali ed a diversi modi di praticare. Tuttavia per introdurre i concetti una qualche struttura può essere utile. Qui di seguito offriamo un approccio costituito da sei passi che, è importante ricordarlo, benché possano aprire una finestra sul focusing non vanno considerati come “I” sei passi. Il focusing non possiede nessuna agenda rigida e fissa per il mondo interiore; molte sessioni di focusing somigliano davvero poco al processo meccanico che definiamo qui. Ciò nonostante ogni Trainer di focusing ha una profonda familiarità con questi sei passi e li usa a seconda della necessità durante la sessione. E sono molte le persone che sono riuscite ad entrare in contatto con l’essenza del processo solo seguendo queste semplici istruzioni.

Esistono altri modi per descrivere il processo del focusing. In effetti ogni Trainer ha un modo che gli è proprio per accostarsi ad esso.

Quindi, con l’avvertenza che quanto segue è una semplice struttura da usare finché è utile, per poi passare oltre, vi offriamo questi sei passi, un assaggio del processo del Focusing.

(Quello che segue è un estratto de “Il manuale di focusing”, il quarto capitolo di “Focusing” di E. Gendlin Ph. D)

L’atto interiore del focusing può essere suddiviso in sei atti o movimenti principali. Col progredire della pratica non avremo più bisogno di pensarli come sei parti separate del processo. Considerarli movimenti separati può far sembrare il processo molto più meccanico di quello che è in realtà, o che sarà per voi in seguito. Ho suddiviso il processo in questo modo perché ho imparato, da anni di sperimentazioni, che questo è il metodo più efficace per insegnare il focusing a persone che non lo abbiano mai provato in precedenza.

Considerate quanto segue come un manuale di base. Man mano che progredirete nell’apprendimento del focusing, arricchirete queste istruzioni e troverete chiarimenti ed approcci da angolazioni diverse. Alla fine, forse non la prima volta che praticherete, farete l’esperienza di qualcosa che cambia dentro di voi.

Ecco, quindi, delle istruzioni molto sintetiche. Se volete provare a seguirle, fatelo con semplicità, gentilmente. Se incontrate qualche difficoltà in qualcuno dei passi, non sforzatevi, ma passate al successivo. Potrete tornare indietro in un secondo tempo.

Creare uno Spazio

Quello che vi chiederò ora è di far silenzio, di stare con voi stessi. Dedicate un minuto al rilassamento.., bene, ora vorrei che dirigeste l’attenzione all’interno, dentro al corpo, magari nella zona dello stomaco o del petto. Adesso cercate di osservare cosa succede lì, quando vi chiedete: “Come sta andando la mia vita? Cos’è più importante per me in questo momento?”

Ascoltate il corpo. Lasciate che la risposta provenga lentamente da questa percezione. Se avvertite il sopraggiungere di un disagio, NON LO ANALIZZATE. Mantenetevi distaccati e dite: “Sì, lì c’è qualcosa. Posso sentirlo”. Lasciate un po’ di spazio tra voi e la cosa – Quindi chiedetevi che cos’altro sentite. Aspettate ancora un po’ e ascoltate. Di solito vengono fuori parecchie cose.

La Sensazione Sentita

Tra tutte le cose che vi arrivano, selezionate un problema personale sul quale fare focusing. Ma NON ANALIZZATELO. Non affrontatelo. Com’è naturale vi saranno molti elementi nella cosa a cui state pensando: troppi per pensarli ognuno separatamente. Ma voi siete in grado di sentire tutte queste cose nella loro globalità. Prestate attenzione al punto esatto in cui avvertite tutte queste cose e lì avrete la percezione dell’intero problema. Imparate a captare quella sensazione indefinita di tutto ciò.

Simbolizzare

Che qualità ha questa vaga sensazione sentita? Fate in modo che dalla stessa sensazione sentita si generi una parola, una frase o un’immagine. Potrebbe essere un aggettivo, come “teso”, “seccante”, “spaventoso”, “intricato”, “pesante”, “nervoso”, oppure una frase o un’immagine. Continuate a percepire la qualità della sensazione sentita finché non troverete qualcosa che la descriva esattamente.

Risuonare

Continuate a fare la spola tra la sensazione sentita e la parola (oppure la frase o l’immagine) collegata. Verificate la loro reciproca risonanza. Controllate se vi è un piccolo segno fisico che vi rende palese la loro corrispondenza. Per far ciò dovrete ancora avere a disposizione sia la sensazione sentita sia la parola collegata.

Fate in modo che la sensazione sentita, così come la parola, sia libera di modificarsi, qualora sia necessario, fino a che non vi sia una perfetta coincidenza con la qualità stessa della sensazione sentita.

Porre Domande

Adesso chiedetevi: “Che cos’è che qualifica l’intero problema in quel modo (il modo che avete appena definito o descritto)?”

Accertatevi che la peculiarità della sensazione sentita sia ancora fresca, vivida (e non semplicemente un ricordo). Quando l’avrete di nuovo a portata di mano provate a sentirla, a toccarla, a seguirla domandandovi: “Cosa rende l’intero problema cosi……?”. Oppure: “Cosa c’è in questa sensazione?”.

Se otterrete una risposta immediata senza che si modifichi la sensazione sentita, allora lasciate perdere tale risposta. Riportare l’attenzione al corpo e recuperate la sensazione sentita, interrogandola ancora una volta.

Rimanete con la sensazione sentita fino a che non sopraggiungerà un cambiamento, un leggero sollievo o rilassamento.

Accogliere

Accogliete positivamente qualunque cosa provochi un cambiamento. Soffermatevi un attimo, anche se si tratta soltanto di un leggero sollievo. In ogni caso, questo è solamente il primo cambiamento; ve ne saranno altri. Avrete tutto il tempo di continuare, ma per adesso soffermatevi un attimo.

SE DURANTE QUESTE ISTRUZIONI SIETE RIUSCITI, PER QUALCHE ATTIMO, A PERCEPIRE ED A STARE IN CONTATTO CON UNA VAGA E COMPLESSA SENSAZIONE FISICA LEGATA AL VOSTRO PROBLEMA, CIÒ SIGNIFICA CHE SIETE RIUSCITI A FARE “FOCUSING”. Che il cambiamento corporeo ci sia stato o no, non ha importanza. Verrà da sé. Non siamo noi che possiamo determinarlo.

 

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